Come la pandemia ha cambiato il sonno
La pandemia ha cambiato molte cose. Una di queste è il sonno. Nel tempo del Covid-19 non si dorme più come prima. I disturbi del sonno sono per lo più aumentati, anche se c’è chi invece dorme meglio e più di prima.
Si dorme comunque in modo diverso.
Un gruppo di ricercatori canadesi ha individuato tre tipologie del nuovo “sonno pandemico”: c’è chi ha prolungato la sua permanenza a letto ritardando il momento del risveglio, c’è chi ha ridotto il riposo notturno andando a dormire più tardi e svegliandosi prima e, infine, c’è chi ha spostato gli orari ritardando sia il momento in cui va a coricarsi sia quello in cui si alza al mattino.
I tre tipi di cambiamenti associati alla pandemia sono emersi da un sondaggio che ha coinvolto più di 5 mila persone tra i 16 e i 95 anni condotto tra il 3 aprile e il 24 giugno. I partecipanti hanno risposto a questionari sulle loro abitudini riguardo al sonno prima e dopo la pandemia. I risultati dell’indagine sono stati presentati al Sleep 2020, il meeting congiunto dell’American Academy of Sleep Medicine e della Sleep Research Society.
Inoltre, uno studio basato sulle ricerche Google, pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine, suggerisce un aumento di problemi di insonnia dovuti alla pandemia. L’analisi ha individuato 2,77 milioni di ricerche sull’insonnia nei primi 5 mesi del 2020, per un aumento complessivo del 58% rispetto all’anno precedente.
Parlando di sonno pandemico è del 20 novembre uno studio italiano, guidato dall’Università di Parma e pubblicato su Frontiers in Psychology: il lockdown ha cambiato il sonno degli italiani.
Lo studio ha coinvolto oltre 6 mila persone tra i 18 e gli 82 anni. Più della metà (55.32%) dei partecipanti ha evidenziato una ridotta qualità del sonno e una consistente modifica nelle abitudini dovuta alla quarantena, che ha spostato i normali orari del ciclo sonno-veglia.
Andare a letto e svegliarsi prima o più tardi rispetto al solito e dormire di più durante il giorno sono cambiamenti che sembra portino ad avere livelli più alti di stress (range moderato-22.8, severo-10.2%), ansia (range moderato-9.5, severo-14.1%) e depressione (range moderato-25.9, severo-14%). La relazione è però bidirezionale: le restrizioni introdotte hanno aumentato i livelli di stress, con un impatto negativo sulla qualità del sonno. L’interruzione del normale ritmo sonno-veglia e il conseguente sonno disturbato, a loro volta, hanno contribuito a un peggioramento del benessere mentale.
Apatia, ansia, depressione, paura della solitudine, disturbi del sonno, ma anche – all’opposto – iperattività e desiderio di trasgressione. Ecco gli effetti del secondo lockdown che non risparmiano neanche chi non ha contratto il virus.
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I disturbi del sonno, infatti, influenzano negativamente i processi cognitivi e il rendimento lavorativo e scolastico. Durante il lockdown, per conciliare il sonno, si può ricorrere a un automassaggio alla testa, tracciando sul cuoio capelluto con la punta delle dita dei cerchi, dalla circonferenza via via sempre più ampia, oppure disegnando con indice e medio degli otto all’altezza delle tempie. Un trucco perfetto per rilassare la mente e sfuggire al mal di testa da smart working.
Un’altra tecnica molto consigliata è quella di ascoltare musica rilassante (musica classica, suoni della natura) prima di dormire. E, per migliorare la qualità del sonno e contrastare l’insonnia anche bere una tisana la sera rappresenta un rimedio naturale che potrebbe rivelarsi utile.
FOCUS INSONNIA
L’insonnia è un disturbo del sonno molto comune che indica l’incapacità di prendere sonno anche quando se ne sente il bisogno.
Sonnomedica – il nostro centro dei disturbi del sonno – è specializzata nella cura dell’insonnia e permette ad ogni paziente – adulto o bambino – di essere seguito da un’equipe multidisciplinare di medici specialisti, per un approccio nei confronti dell’insonnia a 360° e un percorso di cura altamente personalizzato.