La ricerca ha dimostrato che fare un sonnellino al lavoro non è solo una pausa piacevole ma è anche utile per gli affari. Può migliorare significativamente la memoria e la creatività, la concentrazione, le percezioni, l’umore, quindi è probabile che tu possa effettivamente lavorare meglio e più velocemente. In questo senso, i sonnellini possono essere utili per gli affari, riducendo l’assenteismo, gli errori sul lavoro e i costi sanitari.
Fare un pisolino mentre si è al lavoro una volta era considerato rigorosamente un tabù, uno stigma difficile da sopportare. In nessun luogo questo atteggiamento era radicato più profondamente che negli Stati Uniti, dove le persone sono orgogliose di sopravvivere con meno sonno rispetto alle persone in altri paesi. Il cronobiologo Dr. Charles Czeisler ha coniato il termine “sleep machismo” in un articolo del 2006 sulla Harvard Business Review per riflettere come i guerrieri aziendali e gli imprenditori allo stesso modo resistano abitualmente a dormire sufficientemente nella convinzione che sia solo una perdita di tempo.
Invece, gli scienziati sono favorevoli alle piccole pause sul lavoro: “Un sonnellino di 30 minuti stimola l’attenzione e la creatività dei lavoratori, oltre a migliorare notevolmente il loro umore“, afferma Richard Wiseman, psicologo dell’Università dell’Hertfordshire.
La dottoressa Nerina Ramlahan dell’Università di Leeds afferma che i brevi sonnellini riducono il rischio di diabete e malattie cardiache e aiutano a combattere la depressione e altri effetti collaterali della deprivazione del sonno (che sono equivalenti a quelli di una assunzione di alcol). Questi piccoli sonnellini consentono alle aziende di risparmiare miliardi, secondo i ricercatori della Rotterdam School of Management, poiché i dipendenti diventano meno produttivi senza di esso.
I consulenti David Allen e Tony Schwartz hanno illustrato nell’Harvard Business Review che una persona “funziona” più efficacemente se lavora in cicli di un’ora e mezza, inframmezzati da pause di 10-20 minuti dove può mangiare o fare un sonnellino. Questo approccio è ancora estraneo alla maggior parte delle aziende, specie in Italia, ma in realtà, tra due persone con approssimativamente le stesse capacità, una che lavora intensamente durante il giorno produrrà meno di una che esce regolarmente dalla cosiddetta “ruota del criceto”.
DAI AL TUO CERVELLO QUELLO DI CUI HA BISOGNO
I dipendenti a cui piace dormire al lavoro risolvono un terzo in più di compiti rispetto a quelli che dormono solo a casa. Un breve sonnellino, per 20-30 minuti al massimo, aiuta a riavviare ed è la migliore alternativa a infiniti caffè e pause fumo. Dà forza per due o quattro ore di lavoro più concentrato e produttivo: questa strategia è più efficace di quella di combattere la sonnolenza su una sedia da ufficio. I vantaggi del sonno diurno per gli affari sono tangibili: le persone sono più propense ad accettare lavori aggiuntivi, escogitano più spesso idee migliori, generalmente hanno un atteggiamento più positivo e sono più allegre.
Secondo un sondaggio del Better Sleep Council, il 22% degli americani occupati e il 31% di quelli che lavorano da remoto dichiarano di fare un sonnellino durante l’orario di lavoro. E i telelavoratori hanno il doppio delle probabilità di fare una siesta nel bel mezzo della giornata lavorativa rispetto alle loro controparti in ufficio.
La scienza che supporta i benefici fisici e psicologici del sonnellino di metà pomeriggio è ormai ben consolidata. Il battito cardiaco e la respirazione rallentano, i muscoli si rilassano. In effetti premi un pulsante di reset, dando alla tua giornata un nuovo inizio ed evitando il burnout.
AZIENDE IN EVOLUZIONE
Di conseguenza, le politiche aziendali hanno lentamente cambiato direzione. Naturalmente, tra i primi sperimentatori del sonno diurno nel mondo ci sono le aziende IT: i sonnellini diurni, o power napping, sono praticati, ad esempio, dai dipendenti di Google e Apple.
Nike, Procter & Gamble, Facebook, Ben e Jerry’s e Zappos hanno realizzato stanze per i sonnellini. Gli uffici di Google hanno notoriamente installato veri e propri pod per dormire, completi di letti high-tech e sistemi audio integrati. Anche in alcune aziende innovative in Europa si iniziano a realizzare nap room dedicate.
D’altra parte nei Paesi in cui fa molto caldo, specie durante l’estate, la siesta era già la norma e il sonno diurno è una pratica comune in America Latina, in Cina e Giappone.
Consentire ai dipendenti di dormire è ovviamente solo metà della sfida perché è necessario creare le condizioni per un riposo breve ma efficace.
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